Antibiotici nei primi anni di vita: rischio aumentato di allergie e asma
17 Aprile 2025 Barbara Di Chiara
Un uso frequente di antibiotici nei bambini sotto i due anni potrebbe avere effetti a lungo termine sulla salute, aumentando il rischio di sviluppare asma, allergie alimentari e rinite allergica. A lanciare l’allarme è uno studio condotto da Rutgers Health e pubblicato sul Journal of Infectious Diseases, che ha analizzato i dati di oltre un milione di bambini nel Regno Unito, monitorati fino ai 12 anni di età.
Gli antibiotici sono fondamentali nel trattamento di infezioni batteriche comuni in età pediatrica, come le otiti o la polmonite. Tuttavia, secondo studi precedenti, la loro somministrazione precoce e ripetuta può alterare il microbioma intestinale – l’insieme di batteri “buoni” che vivono nel nostro apparato digerente – in una fase cruciale dello sviluppo del bambino.
“Anche se gli antibiotici sono spesso essenziali e salvavita, è importante che i medici siano prudenti nel prescriverli ai bambini sotto i due anni”, ha dichiarato Daniel Horton, autore principale dello studio e membro del Center for Pharmacoepidemiology and Treatment Science del Rutgers Institute for Health, Health Care Policy and Aging Research.
Lo studio ha rilevato un’associazione significativa tra l’uso ripetuto di antibiotici nei primi due anni di vita e un rischio maggiore di sviluppare asma, allergie alimentari e rinite allergica (febbre da fieno). Questa correlazione è emersa anche tra fratelli che avevano avuto esperienze differenti con l’uso di antibiotici, suggerendo un effetto diretto del farmaco e non solo influenze ambientali o genetiche.
I ricercatori hanno inoltre esaminato il possibile impatto dell’uso di antibiotici sullo sviluppo di malattie autoimmuni come celiachia, malattia infiammatoria intestinale e artrite idiopatica giovanile, così come di disturbi del neurosviluppo, tra cui ADHD e autismo. In questi casi, però, non sono emerse correlazioni consistenti.
Un possibile collegamento è stato osservato con il rischio di disabilità intellettive, ma gli autori sottolineano la necessità di ulteriori studi per confermare questa associazione.
“Non tutte le infezioni nei bambini piccoli richiedono un trattamento antibiotico – ha aggiunto Horton, anche professore associato di pediatria ed epidemiologia alla Rutgers Robert Wood Johnson Medical School –. I genitori dovrebbero continuare a confrontarsi con i pediatri per scegliere il percorso terapeutico più adeguato.”
Lo studio è stato realizzato in collaborazione con ricercatori del NYU Medical Center e della Stanford University School of Medicine, tra cui Matthew Beier, Soko Setoguchi, Tobias Gerhard, Jason Roy, Dawn Koffman, Dinesh Mendhe, Joanna Madej, Brian Strom e Martin Blaser.
Fonte: POPULAR SCIENCE